sabato 6 ottobre 2012

Democrazia, cos'è?

Fin da quando eravamo piccoli ci insegnano che l'organizzazione sociale all'interno di cui viviamo è di tipo democratico. Questo concetto dopo essere stato insegnato nelle scuole viene ribadito costantemente dai Mass Media. Il sistema democratico, in base alle influenze ricevute, viene quindi ritenuto dalla maggioranza della popolazione il miglior sistema di organizzazione sociale.

La parola democrazia deriva dal greco démos cràtos e significa governo del popolo. In questo sistema sociale è il popolo ad autogovernarsi esercitando la propria volontà. Come avviene tutto questo? Tramite l'emanazione delle leggi.
La creazione delle leggi da parte del popolo è una caratteristica fondamentale ed imprescindibile della democrazia. Il popolo decide da solo come governarsi attraverso la definizione di norme che gli amministratori di turno devono far rispettare.
E' necessario fare una distinzione tra il concetto di amministratore e il concetto di sovrano. In democrazia il sovrano è il popolo: è la collettività che decide. Sovrano infatti significa al di sopra, e nessuno può contraddire le volontà del popolo. Il sovrano è colui che ha il diritto.
L'amministratore è invece colui che amministra i beni secondo le volontà del suo proprietario. L'amministratore non può prendere decisioni in nome del popolo, e non può emanare leggi (se ciò avvenisse sarebbe come se il vostro amministratore condominiale decidesse cosa fare in casa vostra: se cambiare i pavimenti, se vendere o affittare il vostro appartamento).
Se in regime di democrazia il popolo è sovrano ed è lui a decidere come governarsi perché la maggior parte del popolo vive nella povertà e nella disperazione? Secondo voi il popolo desidera soffrire? Oppure gli eventi sono diversi da come ce li insegnano e raccontano?

La democrazia, come indicato sopra, ha come prerogativa l'emanazione delle leggi da parte dei suoi cittadini. Nel nostro sistema di governo invece le leggi non sono emanate dal popolo, ma da alcuni rappresentanti. Questo è un paradosso: se non sono i cittadini a redigere le leggi come facciamo ad credere di essere in democrazia?
Il potere dei logos (delle parole) è fondamentale nell'influenzare le persone; è infatti stato coniato il termine contraddittorio e privo di significato: "democrazia rappresentativa".
Poiché in democrazia ogni legge deve essere emanata dal popolo, a causa di problemi logistici che comporterebbe un'assemblea partecipativa di tutta la popolazione, la democrazia può verificarsi solo in piccole realtà (c'è da sottolineare tuttavia che la tecnologia permetterebbe di estendere le comunicazioni a distanza sfruttando strumenti multimediali).
Esiste un altro tipo di organizzazione sociale che rispecchia l'attuale situazione: l'aristocrazia.
Aristocrazia significa "governo dei migliori". In questo sistema solo un piccolo gruppo di persone emana le leggi e governa. L'aristocrazia può essere di due tipi: ereditaria o elettiva.
L'aristocrazia ereditaria è caratterizzata dalla casta che detiene il potere (passandolo di padre in figlio e mantenendolo a vita, es. i nobili).
L'aristocrazia elettiva, invece, è caratterizzata dall'elezione dei membri che emanano leggi e governano. In Italia accade esattamente questo e siamo chiamati a votare solo per eleggere chi ci "governerà". E poiché la democrazia in realtà non esiste è necessario far credere costantemente il contrario affinché il popolo non si ribelli. Se le istituzioni fossero davvero democratiche non ci sarebbe bisogno di parlare continuamente di “democrazia”, ma si agirebbe semplicemente “democraticamente”.
Inoltre l'aristocrazia (che potrebbe essere un ottimo tipo di governo se chi ricoprisse quelle cariche fosse “responsabile” ed “onesto”) tende a degenerare in oligarchia (governo dei pochi).
Attualmente siamo in un tipo di organizzazione sociale oligarchico dove i pochi (che fra l'altro sono sempre gli stessi) decidono per i molti. Questa oligarchia si è consolidata con la monopolizzazione dei mezzi d'informazione che vengono utilizzati a loro favore nascondendo o denigrando idee alternative e convincendo il popolo che l'attuale classe dirigente è l'unica possibile.
In molti hanno compreso che questo tipo di sistema non è la democrazia tanto paventata dai media e rifiutano di andare a votare. In realtà dovremo sfruttare "l'unico strumento democratico" che abbiamo per nominare un movimento politici che ha tra le priorità la promozione della democrazia (quella vera, quella diretta). Esistono alcuni partiti (seppur poco conosciuti) intenzionati a promuovere assemblee sovrane dove i cittadini si riuniscono per decidere cosa fare del loro futuro e del loro territorio.

Siccome nelle scuole non insegnano la verità circa il mondo, le scuole devono ricorrere a inculcare negli studenti propaganda circa la democrazia. Se fossero realmente democratiche, non vi sarebbe bisogno di bombardarli con banalità circa la democrazia
(Noam chomsky)

Claudio & Dania

giovedì 2 agosto 2012

Cosa ci nasconde la storia?

“Chi controlla il presente controlla la storia, chi controlla la storia controlla il presente” (“1984”, George Orwell).

Cominciando ad incuriosirsi alla realtà circostante risulta evidente come qualunque disciplina, storia, scienza o economia, sia basata su dogmi. Il dogma è una verità assoluta che non ha prove della sua validità e non ammette obiezioni. Un dogma permette che un fenomeno risulti VERO perché così hanno deciso le autorità di riferimento.

Il metodo sperimentale prevede invece che ogni ipotesi, per poter essere ritenuta valida, debba essere confermata.

Purtroppo non sempre si procede in questo modo. L'ipotesi iniziale in molti casi diventa un dogma anche se non scientificamente dimostrata, e, non sono accettate critiche. Ciò può accadere per mantenere inalterate le strutture gerarchiche all'interno di una disciplina o perché nuove scoperte porterebbero una perdita di profitti o di "controllo".

E' DOGMA della storia l'evoluzione lineare: cioè che l'uomo si sia evoluto costantemente (da uomini primitivi, alle tribù, alle civiltà antiche, etc.), quindi che mai in passato sia arrivato all'attuale sviluppo tecnologico.

Analizzando la storia delle Piramidi è però possibile mettere in in crisi l'attuale visione della storia e la sua cronologia temporale.

Tra le grandi piramidi egizie analizziamo la grande piramide di Cheope (la più alta) e la sfinge.

La teoria ufficiale:
“La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più grande piramide egizia e la più famosa piramide del mondo. È situata nel complesso della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a. C, è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni. Eretta da Cheope, della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre è stata realizzata dall'architetto reale Hemiunu... Come ci narra Erodoto, furono utilizzati circa centomila uomini che lavorarono per circa quarant'anni alla costruzione della piramide.”
Ad una lettura superficiale sembra non ci sia niente di strano, ma alcuni particolari vanno analizzati con attenzione, e prendendo informazione dalle stesse fonti ufficiali: “Hemiunu (2570 a.C.) è stato un visir, architetto e sacerdote egizio durante la IV dinastia. Gli viene tradizionalmente attribuita la progettazione della Grande piramide di Cheope presso il quale fu sovrintendente dei lavori del re.”
E' opportuno porre attenzione sulla frase “gli viene TRADIZIONALMENTE attribuita”. Cioè, per tradizione, e non a seguito di prove è stato stabilito che Hemiunu fosse il progettista della grande piramide. Ciò significa che a chiunque potrebbe essere attribuita la costruzione della grande piramide. Non ci sono prove.

Erodoto (greco: ‘Ηρόδοτος, Herodotos; Alicarnasso, 484 a.C. – Thurii, 425 a.C.) è stato uno storico greco antico che ha redatto il documento più antico sulle piramidi. Mettendo a confronto le date della presunta realizzazione della piramide di Cheope (2570 a.C.) e la nascita di Erodoto (484 a.C.) risulta subito evidente che tra i due c'è un salto di 2086 anni. Se il documento più antico di cui disponiamo è un documento redatto da una persona vissuta 2086 anni dopo l'evento descritto, come può essere attendibile? E' ovvio che la descrizione di Erodoto è un racconto, più che una un documento valido e attendibile.

Un elemento da tenere in considerazione in questa analisi è la differenza della tecnica di costruzione delle grandi piramidi rispetto a tutte le altre costruzioni egizie. Immaginate una civiltà che tecnologicamente è in grado di costruire solo capanne ma in un momento della propria storia riesce a costruire grattacieli per poi tornare nuovamente a costruire capanne. È evidente che qualcosa non quadra.

La piramide di Cheope è allineata con i quattro punti cardinali con un errore di 0,015%, il che risulta essere stupefacente per uomini che uscivano dalla preistoria.

La costruzione è stata realizzata con blocchi di pietra alti 1,40 metri alla base, per arrivare ad essere alti 50 cm al 17° corso di pietre, per tornare ad essere nuovamente più grandi fino a raggiungere blocchi del peso di 15 tonnellate a 90 metri d'altezza.

A differenza delle altre piramidi realizzate in mattoni di argilla, le piramidi che stiamo analizzando non sono monumenti funerari: all'interno non presentano ornamenti nè geroglifici. E a cosa servivano?

Inoltre, secondo le date assegnate alle grandi piramidi, lo sviluppo della tecnologia necessaria per realizzarle, sarebbe dovuto avvenire in un breve lasso di tempo: 200 anni circa, al termine del quale le conoscenze acquisite sarebbero andate perdute.
Resta inoltre il mistero di come si potesse intagliare e trasportare enormi blocchi di pietra.

La grande sfinge, scolpita su un unico blocco di roccia, permette di ricavare ulteriori informazioni.

Un grosso indizio ce lo fornisce l'erosione, che come dimostra una prova ufficiale:
“Sul corpo della sfinge sono presenti evidenti segni di erosione dovuti all'esposizione continua all'acqua piovana, ipotesi accettata dalla comunità scientifica. L'egittologia ufficiale non sa come spiegare questo fatto, considerando che le ultime piogge in grado di sortire tali effetti nella regione di Giza risalgono alla fine dell'ultima glaciazione.”
Va sottolineato che la testa della grande sfinge, che raffigura il volto di un faraone è sproporzionata rispetto al resto del corpo: è più piccola. Questa "riduzione" potrebbe essere stato causato da una rimodellazione del volto avvenuta in tempi successivi alla sua realizzazione. A conferma di questa ipotesi possiamo riscontrare l'assenza sul volto dei segni d'erosione presenti sul resto del corpo.

E' inequivocabile che le piramidi, data la loro posizione e disposizione, abbiano una qualche relazione con le costellazioni. A fronte di ciò, tornando ad analizzare la sfinge, è indiscutibile che il corpo raffiguri un leone. Poichè il volto è stato riscolpito in epoca più recente è logico ipotizzare che il volto originale raffigurasse un leone.

Un'ipotesi più attendibile sull'età della sfinge è di almeno 13000 anni, come ci suggeriscono i segni dell'erosione.

Poichè la genialità di tutte le cose sta nella visione d'insieme, analizziamo le piramidi da un altro punto di vista.

Tutti sanno che nel mondo esistono numerose piramidi, ognuna con una forma caratteristica (pensate alle piramidi Maya che differiscono da quelle egizie), ma le piramidi classiche di Giza (esattamente piramidali) sono attribuite solo agli egiziani. Dalla lettura di un qualsiasi libro di storia veniamo a conoscenza che gli egiziani hanno sempre vissuto lungo le sponde del Nilo, senza mai allontanarsi da esso. Di conseguenza se davvero fossero stati loro a costruire le grandi piramidi, esse sarebbero un’esclusiva del solo Egitto. Questa teoria è messa a dura prova dal ritrovamento nel mondo di altre piramidi come quelle egizie. In particolare va precisato che la piramide di Cheope non è la più alta del mondo. La piramide più alta mai ritrovata è la Piramide del Sole situata a Visoko in Bosnia.
Non solo, un gruppo di ricercatori americani e francesi, proprio in questi giorni, ha confermato il ritrovamento di una gigantesca piramide posata sul fondo dell'oceano a 600 metri di profondità al largo delle Bahamas. Questa piramide supererebbe in dimensioni la piramide di Giza, e dalle prime osservazioni sembrerebbe costruita con un unico mastodontico blocco traslucido simile al cristallo. Questa notizia però non è nuova alle persone interessate all'argomento. Nell’estate del 1991, l'oceanografo Verlag Meyer, durante una conferenza stampa a Freeport comunicò che durante una scansione del fondale con il sonar nella zona del "Triangolo delle Bermuda", la sua squadra trovò due piramidi gigantesche, più grandi delle Piramidi di Giza.

Se la notizia venisse ufficializzata gli archeologi si troverebbero costretti a trovare una spiegazione alla presenza di una piramide di cristallo sul fondo dell'oceano. A complicare ulteriormente le cose sarebbe la datazione da attribuire a queste opere. A quanto risale l'ultimo grande cataclisma che possa avere inondato queste terre? Possibile che Atlantide non sia solo un mito narrato da Platone, ma sia veramente esistita?

Inoltre la localizzazione delle piramidi in tutto il mondo suggerisce che nel passato sia esistita un'antica, evoluta e globale civiltà.

L'idea di storia lineare che abbiamo è con ogni probabilità sbagliata, mentre sempre più prove avallano l'ipotesi di una storia ciclica. A conferma di questo ci sono numerosi ritrovamenti di oggetti artificiali altamente elaborati (alcuni impossibile da realizzare tutt'ora) durante gli scavi nelle miniere (risalenti anche ad alcuni milioni di anni fa). Sarebbe utile sapere come mai queste antiche civiltà si siano estinte. Si può ipotizzare come causa dei cataclismi naturali: diluvio universale, terremoti, o fenomeni similari. Non possiamo però scartare l'ipotesi dell'autodistruzione... in quest'ultimo caso dovremmo riflettere sull'attuale situazione della nostra società (ai numerosi armamenti nucleari) ed alla possibilità che l'estinzione della nostra civiltà (meglio dire inciviltà) sia quanto mai vicina.

domenica 15 aprile 2012

Indottrinamento scolastico


Morpheus: “Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra nel mondo. Non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. Tu sai di cosa sto parlando... “

Neo: “Di Matrix.”

Morpheus: “Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'è? Matrix è ovunque, è intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità.”

Il film “Matrix” mostra un mondo virtuale creato dai computer per imprigionare le persone. La parola “matrix” viene associata infatti a dei computer. Ma come ci chiarisce l'ultima parte del discorso (“E' il mondo che ti è stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verità”) “matrix” non è un sistema di computer, ma è una “percezione” del mondo. Ognuno di noi percepisce gli eventi che lo circondano in maniera differente, è per questo che ad una persona può piacere qualcosa che ad un altra non piace. La differente percezione del mondo crea le diversità nelle culture e rende vero il detto “il mondo è bello perché è vario”. Così ognuno di noi si crea nella sua mente una sua propria visione del mondo che purtroppo può essere distorta ed uniformata nella massa.
Con le religioni prima, l'istruzione scolastica dopo ed i media poi, è stata data una visione del mondo tale da renderci schiavi (con la globalizzazione si sta uniformando la percezione della società distruggendo intere culture ed imponendone una sola: quella capitalista). In questo articolo parleremo dell'istruzione scolastica, sottolineando però che anche le religioni sono una forma d'istruzione [particolarmente efficace per “istruire” persone “non colte”, basandosi su precetti ed indicazioni, che come sostengono gli intermediari (preti, rabbini, etc.) sono suggeriti direttamente dalla divinità].
Per poter discernere le menzogne dalla realtà l'essere umano è dotato di una caratteristica peculiare: l'intelligenza.
Cercando su un dizionario possiamo trovare la seguente definizione di “intelligenza”: “capacità di cogliere i nessi esistenti fra i vari momenti dell'esperienza – capacità di intendere, pensare, giudicare”. La suddetta intelligenza è una caratteristica fisica e, come tale, per essere sviluppata ha bisogno di esercizio costante. Come i muscoli si fortificano se sottoposti regolarmente ad esercizio, così le nostre capacità intellettuali si potenziano allenando la nostra mente. Oggigiorno però il potenziamento di questa caratteristica è stato notevolmente “limitato”. Molte persone infatti sono portate erroneamente a pensare che conseguire titoli di studio sia indice del raggiungimento di un buon livello d'intelligenza. In realtà, l'istruzione, nella maggior parte dei casi, non è volta a sviluppare l'intelligenza delle persone, bensì ad uniformare il modo di pensare di esse a vantaggio della classe dominante. L'attuale sistema d'insegnamento è basato sul superamento di check point (interrogazioni, esami, etc.). La capacità di sostenere tali esami è quasi esclusivamente supportata dalla capacità mnemonica dello studente. Così la Scuola spesso genera uomini “archivio” trasformando gli studenti in database di informazioni. Va sottolineato tra l'altro che non è possibile immagazzinare una così vasta mole di dati all'interno della nostra mente, e dopo poche settimane dal sostenimento dell'esame, lo studente dimenticherà buona parte di ciò che aveva appreso; quindi, che senso ha far sostenere ai giovani queste prove mnemoniche che arrecano ansia e angoscia senza arrecare alcun apprendimento di contenuti “pratici”? L'obiettivo di questo tipo di istruzione non è quello di elevare culturalmente lo studente, ma quello di far capire al suddetto soggetto che potrà proseguire solo se farà esattamente ciò che gli è stato “suggerito”.
Questo è un primo condizionamento: dobbiamo fare quello che ci dicono!
Questo schema di condizionamento permane anche dopo aver terminato la scuola, ottenendo così che le persone non pensino più, ma eseguono!
L'apice di questa “robotizzazione” delle persone si ha nelle forze dell'ordine e tra i militari. La maggior parte di queste persone sono state indottrinate e hanno perso il loro senso critico. Il loro compito non è infatti quello di pensare, ma di obbedire.
Kissinger ha definito i militari “animali ignoranti da utilizzare come pedine in politica estera”.

Come secondo condizionamento si ha l'incoraggiamento alla competizione invece della cooperazione. La competizione è spronata dalle valutazioni che gli alunni ricevono e dalla derisione di quelli che non ottengono buoni punteggi. Le insegnanti cominciano a dire ai loro studenti cosa DEVONO fare. La vita dei ragazzi diventa così una vita piena di doveri..devi fare i compiti, devi studiare, devi prendere la sufficienza...ma una vita di soli doveri non è una vita, è una schiavitù. Ecco perchè a nessun bambino piace andare a scuola (ve ne meravigliate?).

Inoltre il metodo scolastico riesce spesso a far detestare il piacere di “leggere”. La scuola dovrebbe essere invece un luogo di libertà dove gli studenti non hanno classi e materie prestabilite, ma possono scegliere quali temi approfondire in base ai loro interessi e attitudini.
La scuola dovrebbe essere un insieme di laboratori pratici tali da sollecitare la curiosità dei ragazzi e supportare la pratica con la teoria. In una scuola del genere gli studenti potrebbero scegliere di volta in volta a quale lezione assistere e formarsi come desiderano. In un ambiente di questo tipo ci potrebbe essere qualcuno che trova passione per la chimica e letteratura, e qualcun'altro che invece la trova nella fisica e nella matematica... Nessuno dovrebbe sentirsi obbligato a far niente, ma lo farebbe per puro piacere.
Quanti di noi hanno studiato integrali e derivate ed oggi non si ricordano più niente? E quanti hanno dovuto memorizzare le poesie di Alfieri o Petrarca ed oggi non si ricordano nemmeno il titolo delle suddette poesie? Il motivo per cui non le ricordiamo è perché non attiravano la nostra attenzione o non ci sono risultate “utili” nelle nostre attività quotidiane. Perché allora non terminare in anticipo il programma d'insegnamento o scegliere di approfondire un'altra disciplina? E' complesso provare ad immaginare una Scuola in cui non esiste un percorso prestabilito, forse perché diventerebbe impossibile “etichettare” le persone in base agli studi effettuati.
Facciamo un esempio: Una persona che finisce un Corso di Laurea in Medicina verrà considerata un medico. E in base a questa “etichetta” si presumerà che codesta persona sia a conoscenza di tutto ciò che c'è da sapere circa la salute; ci si aspetta anche che sia in grado di supportarci per eventuali disturbi/malattie, ma non necessariamente quella persona è in grado di aiutarci. Esiste una differenza enorme tra un dottore ed un altro, e non è certo il titolo di studio a rendere una persona “medico”. Se un medico ottiene scarsi risultati (e quindi non riesce a curare le persone) in base a cosa dovrebbe essere considerato tale? Che differenza c'è tra lui ed un meccanico?
I percorsi di studio già stabiliti impediscono alla civiltà di progredire facendo credere alle persone di essere completamente ferrati su un argomento e di conoscere al riguardo delle “verità assolute”. Tutto ciò che pensiamo di conoscere non è la realtà, ma una spiegazione che noi umani abbiamo dato della realtà. La stessa matematica, ritenuta la regina delle scienze, è frutto di una nostra invenzione (es. i numeri complessi, paradossi matematici che secondo la matematica stessa non dovrebbero esistere). Pertanto sarebbe opportuno smettere di obbligare i giovani a frequentare corsi “preconfezionati” di studio, ma dare loro l'opportunità di formarsi come meglio credono, aprendo i propri orizzonti e non limitandosi a conoscere soltanto un particolare settore.

“Un utile strumento per sviluppare le capacità intellettuali è praticare filosofia. Fate attenzioni non vi sto dando un consiglio, chi sono io per darvi consigli? No, non è un consiglio, ma una condivisione di un pensiero. Come due pazienti ricoverati nella stessa stanza, penso ad alta voce e condivido i farmaci con i miei vicini.” (Seneca)

La filosofia pone domande e così facendo ci costringe a ragionare.
L'intelligenza è data all'uomo per dubitare. Il dubbio è all'origine della saggezza.

Claudio & Dania

domenica 18 marzo 2012

La Paura


Tutti nel corso della vita si trovano a fare delle scelte: scelte lavorative, scelte economiche, scelte mediche... E' opinione condivisa che queste decisioni vengono prese in totale autonomia e chi le mette in atto ne è totalmente responsabile. In realtà non sempre è così: esistono modi per imporre delle precise volontà lasciando che abbiano sembianze di "libere scelte".
Queste strategie per “imporre” sono basate sullo sfruttamento delle emozioni: in particolar modo della paura. I grandi finanzieri, i governanti, i titolari di case farmaceutiche e tanti altri, per realizzare i loro sporchi piani, hanno bisogno dell'acquiescenza dei popoli e sfruttano la paura per ottenerla.

Se i popoli non avessero più paura, tutti i diabolici piani di dominio di queste persone (es. patto di stabilità, cessione di sovranità, etc..) sarebbero irrealizzabili.


Ma la paura cos'è?


Può essere definita come “un intenso turbamento misto a preoccupazione ed inquietudine per qualcosa di reale o di immaginario che è o sembra atto a produrre gravi danni o a costituire un pericolo attuale o futuro”.


Questo turbamento porta con sé alcune caratteristiche:


  • difficoltà di applicazione intellettiva;

  • fuga;

  • protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali);

  • ricerca di aiuto;

  • calo della temperatura corporea;

  • sudorazione;

  • aumento adrenalinico;

  • aumento dell'ansia.

E quali sono le caratteristiche che risultano utili a chi governa per poter ottenere acquiescenza per le loro malefatte?



Difficoltà di applicazione intellettiva

Questa caratteristica indica che in presenza di paura tendiamo a non ragionare, ed a non avere un approccio logico alla situazione, con la conseguenza che non riusciamo a capire se la situazione è minacciosa.



Ricerca di aiuto

Con la capacità di ragionamento ridotta e lo stato di “emergenza” per un pericolo (reale o immaginario), la persona in preda alla paura cercherà un supporto per uscire da questa situazione. Come aiuto accetterà qualunque cosa purché la rassicuri. E' chiaro che anche un “aiuto” controproducente andrà bene purché riesca ad essere rassicurante (la persona in preda alla paura non è in grado di fare valutazioni, nemmeno sull'aiuto che gli è stato offerto).



Aumento dell'ansia

Stato emotivo spiacevole, accompagnato da senso di oppressione, eccitazione e timore di un male futuro, la cui caratteristica principale è la scomparsa o la notevole diminuzione del controllo volontario e razionale della personalità.



Tutto ciò cosa significa?

Quando siamo impauriti facciamo quello che ci dicono di fare senza riflettere!

Quale stato emotivo migliore potrebbe desiderare chi governa per compiere ciò che vuole?

Guardando la televisione è evidente che imperversa la crisi economica e gli stessi che l'hanno provocata alimentano la paura descrivendo scenari da apocalisse e rassicurando la popolazione che con le loro “medicine” tutto ciò sarà evitato. Basta soffermarsi un attimo, uscire dallo stato di paura indotto e riflettere, per capire che queste “medicine” sono in realtà “veleni” e chi li propone sono “assassini.”

Anche a voi sarà capitato di utilizzare la paura per manipolare qualcuno... rifletteteci bene.

Non vi è mai capitato di dire ad un bambino: “se non fai il bravo arriva l'uomo nero che ti porterà via”. Oppure “se non fai i compiti Babbo Natale non ti porterà niente”, e potremo trovare altri mille esempi.

Anche voi avete ricevuto queste “minacce”, solo che siete cresciuti e avete compreso che quelle cose che vi dicevano erano solo bugie. Ciò di cui non sospettate è che esistono bugie anche per i “grandi” e passiamo tutta la vita in stato di paura, facendo cosa gli altri ci dicono e rinunciando a vivere.

E' quindi giunta l'ora di cominciare a vivere abbandonando la paura.

“La paura ci intrappola, tenendoci impegnati altrove, anziché sul presente. Tutti vorremmo avere più tempo e meno paure, pur non capendo che invece di impiegare il tempo a desiderarne altro, dovremmo accontentarci e vivere di quello che abbiamo.” [Seneca]

Claudio & Dania

venerdì 2 marzo 2012

Etica e compromesso: mai vendere la propria anima al diavolo...

Sabato 25/02/2012, al cinema Terminale di Prato, è stato ospite Nichi Vendola, Segretario di Sinistra Ecologia e Libertà.

Nonostante il ritardo di Vendola di oltre un'ora, la riunione è trascorsa senza troppi “apparenti” intoppi. Gli argomenti trattati erano pienamente condivisibili e la folla ha accompagnato con applausi la conferenza.

Tuttavia, l'evento che era stato pubblicizzato come “incontro aperto al dialogo con i giovani di Prato” si è rivelato essere “unilaterale”, e per il pubblico non è stato possibile fare interventi, tranne in due isolati casi durante gli ultimi dieci minuti.

Il pubblico, pieno di ottime intenzioni e di buoni propositi, si è lasciato emozionare mostrandosi un po' “disattento”. Molti infatti hanno trascurato un passaggio di fondamentale importanza nel discorso di Vendola continuando ad applaudire e ad acclamarlo a gran voce, anche nel momento in cui parlava di “compromessi” / “coalizioni”.

In politica non viene data importanza alla parola “coalizione”, le coalizioni vengono considerate normali consuetudini. Il significato di normale è : “ordinario”, “usuale”, ma non necessariamente giusto! Date le statistiche, per esempio, sarebbe da considerarsi normale anche la violenza sulle donne (oltre il 31% delle donne dice di aver subito violenza), eppure non è tollerabile anche se è “usuale”. Così dovremo cominciare a stare più attenti a cosa consideriamo “normale” e quindi tollerabile.

Cosa pensereste di una persona che promette cose meravigliose e poi non le mantiene, ed anzi fa esattamente il contrario?

Vi sentireste ingannati... !

Eppure, in realtà, indirettamente i nostri politici (per es. il suddetto Vendola) comunicano che le loro promesse non saranno mantenute... lo dicono attraverso la parola: “compromesso”.

Compromesso significa: “Cedimento rispetto ai propri principi”.

Questo può essere ammissibile ed utile nelle questioni di poco conto, ma non per problemi puramente etici.

Vendola, tra l'altro, inveisce contro la “sinistra” attuale e fa coalizione con la stessa, parla di ambiente e di ecologia, e poi fa costruire inceneritori in Puglia e impianti fotovoltaici su terreni agricoli.

Guardandosi intorno si vedono persone che soffrono, che non sanno come arrivare a fine mese, e passano la loro vita a lavorare come matti per poter dare alla loro famiglia un “domani”. I burocrati invece vivono nel lusso, ostentano la prosperità, trattano con arroganza le persone che dovrebbero rappresentare... fanno tutto questo nascondendosi dietro alla parola “compromesso”!

Il compromesso sull'etica è quello che solitamente viene chiamato “patto col diavolo”.

E' quindi inutile ascoltare ed applaudire un movimento o un leader che sia disposto al compromesso perché di ciò che promette non sappiamo cosa manterrà! Sarebbe quindi opportuno diffidare dalle coalizioni: i partiti che ne fanno parte sono disposti a vendere l'anima pur di occupare posizioni prestigiose.

Meglio orientarsi su movimenti o partiti virtuosi in cui “l'anima non è in vendita”!


Claudio & Dania

martedì 7 febbraio 2012

La decadenza culturale


Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una civiltà per considerarsi progredita? Siamo un popolo evoluto?

L'opinione pubblica ritiene spesso che la tecnologia sia un metro di giudizio. In realtà quest'ultima non tiene in considerazione l'aspetto umano, ed è finalisticamente neutra. Può essere infatti adoperata da chiunque.

Come può considerarsi evoluta una civiltà tecnologica organizzata in tirannia? E quale dovrebbe essere il giusto metro di misura?

E' ovvio che la tecnologia non è il metro di misura dell'evoluzione della società. Il metro di misura è la cultura. Per cultura non intendiamo le pure conoscenze teoriche acquisibili con la Scuola o con l'Università. Un laureato, infatti, non è necessariamente culturalmente evoluto.
In un popolo evoluto dovrebbero senz'altro prevalere sentimenti quali: serenità, felicità, libertà, rispetto ed amore.

In questa società prevalgono questi sentimenti?

Non è possibile fare a meno di constatare che gli stati d'animo che attualmente pervadono l'intero pianeta sono: ansia, disperazione, depressione, infelicità, perdita di fiducia nel futuro e soprattutto paura. Ciò che oggigiorno viene ritenuta felicità deriva dalle passioni, dai vizi.
In molti pensano che avere un rapporto sessuale con una bella ragazza, ubriacarsi o comprarsi una macchina nuova possa dare la felicità.

Come si può confondere la vera felicità con il piacere?

La felicità è dell'animo ed il piacere è del corpo. La virtù risiede nell'animo e mai nel corpo, il vizio invece risiede principalmente nel corpo. E' l'ignoranza la nostra peggior nemica.

E' opportuno evidenziare alcune similitudini tra i nostri tempi ed il passato e mostrare che benché oggi sia possibile spostarsi in macchina, vedere la televisione, telefonare a persone lontane, l'evoluzione umana si sia da tempo arrestata.

Accendendo la televisione è possibile constatare che si è aperta una “caccia agli evasori”, così come nel 1200 si aveva la caccia alle streghe (caccia creata, oggi come in passato, dal bisogno di avere un colpevole).

Per difenderci dal nostro nemico, l'Islam (stabilito dai media), abbiamo iniziato guerre contro l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia e presto probabilmente le inizieremo con l'Iran; per lo stesso motivo per cui nel Medioevo vennero avviate le crociate.

La solidarietà è ormai scomparsa, ogni cittadino cerca di spogliare l'altro dai propri beni. Accettiamo come normale la presenza di persone che elemosinano, spesso mostrando un certo fastidio.

Ma come si può non offrire un aiuto a chi ha meno di noi?

Il fatto che sia lui ad elemosinare è dovuto solo al caso: se fossimo nati in Togo o in Ghana probabilmente non avremo avuto un destino migliore della persona che mendica.

Tali soggetti, tra l'altro, a causa delle esperienze vissute, sono spesso più ricchi di animo rispetto a tanti di noi.

Se riempiamo la nostra vita di beni materiali come possiamo trovare spazio per la cura del nostro animo?

La felicità si ha nell'animo e non nel corpo. Non è la condizione economica dell'individuo a renderlo felice. “Per molti avere acquisito ricchezze non fu la fine, ma il cambiamento di una condizione miserabile”. Così definì Epicuro l'accumulo di ricchezze, e Seneca ribadì: “E non mi meraviglio, perchè il difetto non sta nelle cose, ma nell'animo stesso. Com'è del tutto indifferente che tu ponga un ammalato in un letto di legno o in uno d'oro – dovunque lo avrai trasportato, egli trasporterà con sé la propria malattia -, così non importa che un animo sofferente venga a trovarsi in mezzo alle ricchezze o nella povertà: il suo male lo segue.”

Nella società attuale è in atto una gigantesca opera di manipolazione attraverso i mass media e l'istruzione che hanno come scopo la fomentazione della paura, la sfiducia, il sentirsi inadeguati (per ogni cosa c'è un esperto, quindi voi non potete esprimere nessun giudizio... dovete chiedere prima al Professorino di turno... ma tutti questi esperti dove ci hanno portato?), e tutto è reso possibile dalla nostra ignoranza. Dovremo elevarci culturalmente così da poter trovare una felicità duratura attraverso la conoscenza di noi stessi. Una volta che avremo raggiunto tale obiettivo sarà impossibile per i tiranni raggiungere i loro scopi.

La situazione degli attuali finanzieri che continuano ad ordire trame contro l'umanità per la loro sete di potere è ben descritta da Epicuro che affermava: "Se uno ha l'impressione che i suoi beni non siano sufficienti, anche se è il padrone del mondo, è tuttavia un miserabile.”


Claudio & Dania

mercoledì 25 gennaio 2012

La Crisi

Il nuovo millennio, il quale attendevamo come l'inizio di una nuova era più felice e prospera, ha portato invece crisi, guerre e carestie. La povertà in Italia è aumentata, e ci sono sempre più persone che non sanno come procurarsi del cibo, una casa etc.

Ma se questi sono gli effetti, quali sono le cause che li hanno provocati?

I telegiornali e i quotidiani collegano questi problemi alle seguenti cause:

- Mancanza di crescita economica

- Evasione fiscale

- Aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità

- Sprechi della politica

- Politica precedentemente sbagliata

A questo punto chi si è imbattuto in questi articoli ha potuto constatare che essi non dicono come queste “cause” abbiano potuto provocare l'attuale situazione, ma si limitano a indicare dati (che differiscono da giornale a giornale) ed a proporre soluzioni capestro a svantaggio dei cittadini (tasse e privatizzazioni).

Analizziamo più a fondo le “ipotetiche” cause sopra citate.


La mancanza di crescita

La mancanza di crescita viene presentata come la causa principale della crisi. I burocrati sostengono che un'assenza di crescita economica provochi un arresto della domanda del lavoro; di conseguenza sempre più persone si ritrovano ad essere disoccupate. La soluzione proposta dai politici a questo problema sono i “piani di rilancio” della crescita i quali prevedono la messa a disposizione di una certa quantità di denaro per riattivare l'imprenditoria. Poiché lo stato non possiede la sovranità monetaria (questo è il solo vero problema) questi fondi, da destinarsi per il rilancio economico, verranno prestati allo stato dalle banche, aumentando così il debito pubblico. Questo denaro essendo stato prestato dovrà essere restituito insieme agli interessi; quindi più si incentiva la crescita e più ci si indebita, con la conseguenza che dovremo pagare più tasse.


Che cos'è la crescita economica?

La crescita economica è l'aumento di beni e servizi in un'unità di tempo.

Notate bene che la crescita economica è l'aumento di beni e servizi, non l'aumento dell'occupazione. Si può avere crescita economica con aumento di disoccupazione (sostituendo alle persone le macchine, che producono molto più degli uomini).

Risulta ovvio che la crescita è un falso problema.


Se fosse la crescita il vero problema, cioè se producessimo troppo poco per le necessità che abbiamo, i negozi dovrebbero essere vuoti, senza oggetti sugli scaffali; le poche merci disponibili sarebbero soggette ad un aumento di prezzo e le industrie sarebbero piene di ordinativi da richiedere lavorazioni 24 ore su 24.

Ma constatato che i negozi sono pieni di beni (fanno continue promozioni e svendite per liberarsi della merce), i prezzi dei beni sono costantemente in calo e le industrie chiudono per mancanza di ordinativi, risulta ovvio che la crescita non è il problema (non mancano le merci, ma i soldi per comprarli); il vero problema è un altro: il denaro (la sovranità monetaria).

“Non ci sono soldi in giro” è un'affermazione molto usata in questo periodo e coloro che la pronunciano non sanno quanta verità c'è in queste parole. E' la mancanza di soldi che determina un peggioramento della qualità della vita. A mancare quindi non sono i beni, ma i soldi. Nell'attuale sistema economico l'unico modo che un cittadino ha per ottenere denaro è attraverso il lavoro, ed è chiaro che senza lavoro una persona non può accedere a tutti i beni e servizi prodotti. Quindi il problema della crescita non è un problema di mancanza di merci, come dovrebbe essere, ma diventa un problema perché ad esso è legata l'unica fonte di sostentamento delle persone (il lavoro e quindi il denaro). Occorre cambiare questo sistema per evitare di avere un futuro di incertezza e disperazione.


L'evasione delle tasse

Evadere le tasse significa non pagare allo Stato somme di denaro nella percentuale che lo stesso Stato ha deciso.

Ma cos'è lo Stato?

Lo Stato è la somma di tutti i cittadini che si sono dati un organizzazione, lo Stato siamo noi. Questo è ciò che viene insegnato nelle scuole, ma in realtà, come ha descritto il professore Giacinto Auriti, docente di giurisprudenza all'Università di Teramo, la definizione sopra indicata è ciò dovrebbe essere, e non ciò che è.

Lo Stato è solo un fantasma giuridico dietro il quale si nascondono i veri parassiti di questa società che, usando la legittimazione condivisa (“Lo Stato siamo noi”) si arricchiscono a discapito della popolazione.

Le tasse che oggi paghiamo allo Stato vanno solo in minima parte ad alimentare i servizi per i cittadini. La maggior parte, invece, vanno a coprire gli interessi su un debito illegittimo contratto con i privati (le Istituzioni Bancarie), andando ad ingrassare una ristretta cerchia di persone.

Proviamo a mettere nero su bianco l'ammontare delle tasse e ciò che lo Stato offre ad un lavoratore.

Calcoliamo la somma versata allo Stato da un lavoratore dipendente (es. un magazziniere) con paga lorda di 1541 euro mensili:

1541 – 9% = 1402,31 (trattenute Inps 9%)

1402.31 – 23% = 1079,77 (trattenute Irpef 23%)

Il magazziniere suddetto riceve in busta un netto di 1079,77 euro.

Il datore di lavoro versa direttamente altri 400 euro circa di contributi come inps, inail,etc..

Risulta che ogni lavoratore dipendente a fronte di uno stipendio mensile di 1080 euro paga all'anno la somma di 12054 euro. Ma non è finita qui. Sul suo stipendio netto deve ancora sottrarre il 23% d'Iva, che pagherà non appena spenderà il suo denaro. Quindi se ne andranno in Iva altri 3477 euro l'anno. Quindi un lavoratore dipendente che lavora 8 ore al giorno si ritrova a pagare in tasse un totale di 15531 euro l'anno. A queste dovranno essere aggiunte eventuali ulteriori accise come Ici, tassa sulla spazzatura, bollo auto, tasse sui carburanti-sigarette-alcolici, passi carrabili,etc....

A fronte di 11641 euro nette all'Iva che incassa un lavoratore, paga allo Stato una somma di 15531 euro più le altre accise. Se moltiplichiamo le tasse pagate per 40 anni fanno 621.240 euro (senza calcolare le differenze inflazionistiche).

Seguendo un procedimento logico dovremmo supporre che è lo Stato ad occuparsi di soddisfare i nostri bisogni primari (fornirci un'abitazione, cibo, acqua, energia elettrica, gas, cure mediche, istruzione, mezzi pubblici gratuiti, etc...) dal momento che la somma versata è superiore allo stipendio percepito e che non è possibile evitare di pagare, come del resto non è possibile fare a meno di queste prime necessità. Invece così non è. Ma se le prime necessità non sono garantite al cittadino perchè egli deve pagare? Rispetto a ciò che lo Stato garantisce ad ogni suo cittadino l'ammontare delle tasse dovrebbe essere ridotto almeno di due terzi.


Le cose peggiorano se analizziamo un lavoratore autonomo o imprenditore (classe accusata di evadere le tasse). Essi hanno ancora meno garanzie a fronte del loro pagamento, ad esempio non hanno la mutua in caso di malattia, non hanno le ferie pagate, non hanno un tfr (non capisco perchè non siano garantiti questi servizi se anche loro pagano le tasse).

Per concludere, un lavoratore paga più del 60% del proprio stipendio in tasse senza ricevere niente in cambio. In che modo viene giustificato questo prelievo e vengono accusati coloro che evadono? La giustificazione alla richiesta di pagamento è legata al fatto che le tasse le pagano tutti. Questa però non può essere una giustificazione.

Se lo fanno tutti lo devo fare anch'io. Seguendo questo ragionamento se tutti si dessero fuoco alla mano destra allora lo dovrei fare anche io perché lo fanno tutti! Il ragionamento da fare è un altro: poiché così com'è, il prelievo fiscale è un'imposizione ingiusta (viene preteso il pagamento delle tasse senza ottenere niente in cambio), nessuno dovrebbe pagare le tasse. Questo sistema ricorda molto il sistema usato dai mafiosi. Sia Equitalia che la mafia pretendono il pagamento senza contropartita. L'unica differenza è che lo Stato le chiama tasse e minaccia di prendere tutto ciò che hai, la mafia invece lo chiama pizzo e minaccia di ripercussioni fisiche.

Non dovremo avere paura a chiamare le cose col loro vero nome: lo Stato (persona giuridica e non totalità dei cittadini) estorce al popolo il frutto del loro lavoro, legittimando la richiesta con giustificazioni ingannevoli (“Se tutti paghiamo le tasse aumenteranno i servizi, e pagheremo di meno”, “Lo stato siamo noi”, etc...).


I veri parassiti della società sono i banchieri ed i burocrati.


Aver vissuto sopra le nostre possibilità


Un altro argomento che viene spesso tirato fuori come causa dell'attuale crisi è l'aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Con questa affermazione sono parzialmente d'accordo: abbiamo sfruttato i paesi del “terzo mondo” depredandoli e riducendo in schiavitù i suoi abitanti costringendoli a lavorare per pochi euro al giorno. Quindi se abbiamo un debito è con loro. Per i mass media e i burocrati, però, questi debiti li abbiamo con le banche e con le multinazionali. Ma come possiamo avere un debito, per aver utilizzato più beni e servizi di quanti ce ne saremmo potuti permettere, con le banche che non hanno mai prodotto i beni o servizi che abbiamo utilizzato? Qualcosa non quadra...


Gli sprechi della politica


Tutti detestano i politici in quanto sono i legittimi rappresentanti della corruzione e della disonestà. I loro stipendi sono troppo alti e andrebbero ridotti: su questo non c'è dubbio. L'attenzione dei cittadini però non dovrebbe concentrarsi solamente su questo problema. Lo scandalo sugli stipendi dei politici è utilizzato come specchietto per le allodole per sviare i cittadini dal comprendere le vere cause dei problemi. Fintanto che il cittadino ha in mente l'immagine dell'opulento politico con lo stipendio di 10000 euro al mese, non potrà far altro che pensare che siano questi stipendi e previlegi la causa dell'attuale situazione (conclusione “emozionale” e non “logica”). Ed è proprio questa la funzione della pubblicizzazione dei loro lauti stipendi. Ogni qual volta che viene attuata una manovra “lacrime e sangue” ecco che tornano sui giornali le notizie sulle entrate economiche dei parlamentari, che chiaramente non saranno mai ridimensionate. Non saranno mai ridefinite perché, se ciò accadesse, tutti coloro che vedono gli sprechi politici come la causa della crisi, sarebbero costretti a ricredersi e comincerebbero a chiedersi per quale motivo, nonostante i loro stipendi si siano abbassati notevolmente, la situazione economica non sia cambiata. E' quindi necessario riproporzionare i compensi ed eliminare gli sprechi; ma vanno eliminati in quanto sprechi e non in quanto causa dei problemi.



Politiche passate


Sarebbe opportuno porci una domanda:

"Quali sono state le differenze negli ultimi 20 anni tra destra e sinistra? E quali sono le differenze tra le politiche di queste due fazioni e le politiche di Monti?"

... Le differenze, se ci pensate bene, sono state ben poche...

E quali sono invece alcuni elementi che le accomunano?

  • Aumento delle tasse.
  • Privatizzazioni.
  • Tagli.

Adesso giungete voi a delle conclusioni...


Claudio e Dania


martedì 3 gennaio 2012

Il problema energetico: quali sono le possibili soluzioni?

Evviva, la benzina tocca 1,8 euro! I telegiornali lo dicono con allegria, quasi sia un vanto. Essere il paese d'Europa in cui gli idrocarburi hanno i costi più alti è un motivo d'orgoglio, un record da far entrare nel guinnes dei primati! Eppure la situazione è tragica...

Da circa 100 anni la tecnologia ha cambiato radicalmente le nostre vite; per averne un'idea basta osservare una vecchia foto dei primi del secolo (potete trovarle esposte in alcuni locali). Osservandole noterete che per le strade non c'erano macchine, ma cavalli e carrozze; erano questi infatti i mezzi che le persone disponevano per muoversi. Oggi non è più così: le macchine hanno sostituito i cavalli e quest'ultimi sono stati relegati agli amatori. Questa è solo una delle cose che sono cambiate. Ai primi del 900 le persone vivevano in abitazioni non riscaldate, senza luce elettrica, senza frigoriferi, lavatrici, phone, telefono, etc... Indubbiamente dal punto di vista confort abbiamo fatto passi da gigante: oggi potete leggere in notte fonda d'inverno stando comodamente sul divano in maniche corte. Questo è stato reso possibile da cosa? Dalla tecnologia. Ci stiamo superando di giorno in giorno con grandi progressi tecnologici, siamo arrivati a produrre telefoni-computer che possono fare di tutto, e stiamo diventando inconsapevolmente sempre più bisognosi di un elemento: l'energia. Tutte queste tecnologie utilizzano energia per funzionare ed alleggerirci il carico di lavoro. Nonostante la grande evoluzione tecnologica, l'approvvigionamento di energia nel tempo è rimasta più o meno la stessa. Oggigiorno utilizziamo la corrente elettrica che di per se è un'energia pulita, non lo è però la sua produzione.



Centrali termiche

Nella maggior parte dei casi la produzione di energia elettrica avviene tramite centrali termiche.

Le centrali termiche sono simili a dei grandi motori a vapore. E' l'energia fornita dalla combustione che permette all'acqua di evaporare facendone aumentare la pressione. Questa così sotto spinta della grande pressione metterà in moto le turbine che attraversa, azionando gli alternatori elettrici.


I combustibili più usati in Italia sono:


  • Il gas

  • Il carbone

  • Il gasolio
Questo tipo di produzione di energia non è sostenibile in quanto le fonti di combustibile sono destinate a finire e inoltre generano inquinamento e diminuzione dell'ossigeno atmosferico (ricordo che la combustione prevede un combustibile ed un comburente, il quale in questi casi è sempre l'ossigeno che si trova nell'atmosfera, di cui ogni essere vivente ha bisogno).

Inoltre è da precisare che l'Italia non possiede questi combustibili quindi dipende da altri paesi.



Centrali Nucleari

Per risolvere il problema dell'inquinamento si è pensato quindi di utilizzare l'energia dell'atomo. Risorsa affascinante e rispettata vista la potenza che ne può scaturire (tutti hanno presente la potenza che ne può derivare dalle esplosioni atomiche). Anche questa è pressappoco un enorme macchina a vapore, con la sola differenza che a generare il vapore non è l'energia di una combustione ma quella dell'atomo. Questo tipo di energia si basa sul principio che un'atomo di uranio colpito da una particella subatomica, si spacca in due atomi più piccoli generando un'immensa quantità di energia. Non essendo una combustione non ci sono emissioni di gas o polveri, quindi viene considerata pulita. Non viene mai mensionata la quantità di idrocarburi necessari per l'estrazione dell'uranio, lo smaltimento delle scorie radioattive, e il riscaldamento dei bacini idrici utilizzati per raffreddare i reattori. Inoltre l'Italia non possiede neanche questa risorsa, per cui dipenderebbe da altri paesi per l'uranio.

Centrali idroelettriche

Questa forma di energia sfrutta l'energia cinetica dell'acqua in caduta libera, che passando nelle condotte forzate mette in moto le turbine. Per poter sfruttare questo tipo di energia è necessario costruire delle dighe. A stabilire la potenza degli impiante sono: l'altezza della diga e la capacità del bacino idrico. Anche se è considerata energia pulita questa ha comunque un certo impatto ambientale, in quanto vengono emesse grandi quantità di co2 per produrre il cemento necessario alla realizzazione della diga. E' da dire però che una volta costruita essa produrrà energia pulita al 100%.

L'obiezione più frequente riguarda la distruzione dell'area che verrà sommersa. Questa obiezione non è però solida in quanto non viene distrutta, viene semplicemente trasformata. La vita continua all'interno del bacino: gli alberi lasceranno il posto a piante acquatiche ed alghe, così come gli animali terrestri a pesci ed anfibi. Inoltre un bacino dona stabilità idrica nella regione.


E' ovvio che una diga che comporti un bacino della dimensione dell'Italia sia distruttiva, pertanto come sosteneva Aristotele che divideva la virtù dal vizio e il bene dal male: La virtù sta nella giusta misura.



Centrali geotermiche

Questa è un'interessante forma di energia. Questo tipo di centrali sfruttano i geyser per far ruotare le turbine. I geyser sono getti di vapore caldissimi ad alta pressione. Questi nascono nelle profondità della terra dove l'acqua a contatto con le rocce infuocate magmatiche evapora aumentando la pressione per poi risalire verso la superficie dove danno spettacolo della loro potenza. Convogliandoli in apposite tubature mettono in moto le turbine. Questi geyser, portano con se, oltre all'ingente quantità di energia, grandi quantità di minerali (raccolti lungo il percorso sotterranneo). Ad oggi questi minerali possono essere estratti dal vapore e utilizzati come materia prima senza bisogno di allestire miniere. Come si può facilmente dedurre questa è un'ottima risorsa. Unico limite la rarità dei geyser naturali. La tecnologia però ci dà una mano! Siamo in grado di trivellare fino a grandi profondità grazie a trivelle a fiamma e quindi di costruire artificialmente i condotti necessari per creare un geyser. Per poter realizzare questo tipo di centrali occorre che le rocce magmatiche non siano più profonde di una certa misura. Qui di lato c'è una mappa che mostra quali zone italiane sono idonee ad ospitare questo tipo di centrali. Risulta evidente che potremmo ottenere l'indipendenza energetica con il solo sfruttamento di questa energia.



Centrali a magnegas

Questo è un tipo di centrale molto interessante. Questo tipo di centrale è una centrale a combustione abbastanza particolare. Il combustibile, chiamato magnegas, si ottiene trattando liquidi di scarico (acqua di fogna, olio di motori, liquido per radiatori, etc..) con un potente arco elettrico. Questo arco genera una temperatura nelle sue immediate vicinanze di circa 5000 gradi, spezzando ogni legame di valenza (separa le molecole in atomi). L'immenso campo magnetico esercitato dall'arco polarizza inoltre le orbite di tali atomi creando così un nuovo tipo di molecole, non legate elettricamente dai legami di valenza, ma da legami più deboli. L'efficenza del macchinario varia in modo non lineare in base alla pressione di utilizzo. La sua efficienza commerciale varia da 5 a 30 (cioè produce da 5 a 30 volte più energia sotto forma di gas e calore di quanta ne richieda). Nella combustione di questo magnegas non ci sono emissioni di sostanze inquinanti, generate da una cattiva combustione (il legame magnecolare si distrugge a temperature molto più basse dei legami di valenza, non sopravvivendo al calore della combustione). Risultato: una combustione più pulita e senza inquinanti ed una riciclaggio dell'inquinamento liquido delle nostre attività. Qui di seguito è illustrata una tabella sulle emissioni che seguono la combustione. Per ulteriori approfondimenti: “I nuovi carburanti con struttura magnecolare” di Ruggero Maria Santilli.

Elementi


Magnegas


Metano


Benzina


Idrocarburi


0,016 gm/km


0,237 gm/km


0,146 gm/km


Monossido di carbonio


0,164 gm/km


3,434 gm/km


1,228 gm/km


Ossidi di azoto


0,176 gm/km


0,457 gm/km


0,154 gm/km


Anidride carbonica


147 gm/km


404 gm/km


286 gm/km


Ossigeno


9% -12%


0,5% - 0,4%


0,5% - 0,7%

Dati prelevati presso il laboratorio automobilistico accreditato di Liphardt & Associated di Long Island, New York nel 2000. Contrariamente a quanto si crede, a pari condizioni (stessa autovettura con lo stesso peso, con lo stesso sistema computerizzato EPA per la stessa durata di tempo), il fumo di scarico del metano contiene più idrocarburi, gas serra e ossidi di azoto rispetto al gas di scarico della benzina. Pensare che il metano sia più pulito è una falsa verità. Si è soliti confrontare la fiamma che fa la benzina che brucia su uno stoppino con la fiamma che fa il metano del fornello. In realtà la benzina è 1500 volte più densa del metano. Per avere un giusto paragone dovremmo osservare la fiamma del vapore della benzina.

Ps. Potremo installare anche piccoli generatori a megnegas in ogni quartiere, convogliandoci le fognature e adibendo lo stesso generatore come luogo di smaltimento rifiuti liquidi per i cittadini (luogo di raccolta acqua ragie, liquidi per radiatori, oli usati, etc..). Successivamente potremo collegare a questo impianto la tubazione di quartiere che porta il gas alle abitazioni, garantendo così agli abitanti gas gratuito e riciclaggio dei rifiuti.

Centrali a concentrazione solare

Queste centrali funzionano sfruttando l'energia del sole. Il suo funzionamento si basa sulla concentrazione dei raggi luminosi in un punto dove è posizionato un tubo. Questa concentrazione dei raggi solari avviene tramite specchi parabolici. Il fluido all'interno del tubo riceve una grande quantità di calore evaporando. A questo punto la pressione del fluido aumenta azionando delle turbine lungo il condotto. E' possibile accumulare parte di questa energia termica con dei depositi di sale, i quali continueranno a fornire durante la notte parte di energia accumulata durante il giorno. Questo tipo di energia è tanto più efficiente quanto più è assolata la zona. Il premio nobel Carlo Rubbia ha dichiarato (ed i calcoli lo confermano) che basterebbe un quadrato di 200km di lato nel Sahara adibito a generatori a concentrazione solare per sostituire il consumo di petrolio mondiale.


Centrali fotovoltaiche

Queste centrali consistono in ampie zone “pavimentate” con pannelli solari di silicio. Questo tipo di produzione di energia elettrica sfrutta i raggi solari. Il principio si basa sulla proprietà di alcune sostanze (come il silicio) di rilasciare un elettrone (carica elettrica) se colpito dai raggi luminosi. E' una forma di energia pulita (i pannelli sono riciclabili una volta divenuti inefficienti). Tuttavia la loro efficienza è bassissima (nel migliore dei casi abbiamo un'efficienza del 17%). Sono ottimi per sostituire coperture sugli edifici, ma niente di più (ottimi lo sarebbero davvero se fossero più economici).



Generatore eolico

Questo tipo di generatore sfrutta la forza del vento. Qui è il vento che soffiando fa muovere le pale di un generatore. Ci sono vari tipi di generatori eolici: a pale o verticali. A parte l'estetica (che con i generatori verticali si riesce a salvare) non presenta altri inconvenienti. L'obiezione più frequente che viene fatta a questa forma di energia è l'inaffidabilità, in quanto dipendente dal vento (risorsa non costante). Questo è vero se dipendo da un solo generatore. Visto invece all'interno di una rete nazionale le cose cambiano. Se in Italia venissero installati 10.000 di questi generatori sparsi su tutto il suo suolo, supponendo che in media solo 1 su 5 sia sempre in movimento (anche se probabilmente la stima sarebbe più alta, visto che verrebbero scelti luoghi esposti ai venti), sarebbero 2000 i generatori sempre attivi, e su questa quantità di energia prodotta dovremmo fare affidamento. Hanno comunque una bassa efficienza, li userei come complementari (ad esempio montando rotori verticali, esteticamente non disprezzabili, su ogni traliccio).



Generatori marini

Questi generatori sono simili ai generatori eolici, con la sola differenza che sfruttano le correnti marine.

Generatori “onde”

Questi generatori assomigliano a delle grosse “salsicce” galleggianti. Sfruttano il moto ondoso per generare energia elettrica. Anche se l'energia delle onde è enorme, questo sistema riesce a raccoglierne pochissima, pertanto sarebbero necessari troppi chilometri di questi generatori.

Generatore “maree”

Questi generatori sfruttano la differenza di altezza dei mari durante le maree. Per poterli utilizzare è necessario costruire una diga. Durante l'alta marea l'acqua si innalza di alcuni metri entrando attraverso le condotte (e azionando le turbine) nella diga. Quando si ha bassa marea l'acqua entrata all'interno della diga fuoriesce nuovamente attraverso i condotti azionando nuovamente le turbine. Ha un'efficienza molto bassa e può essere costruita dove la differenza tra le maree è superiore ai 10 metri.

Generatore “mari tropicali”

Questo tipo di generatore sfrutta la proprietà di alcuni fluidi di evaporare a temperature relativamente basse 25/28 °C (fluoro o ammoniaca). Queste centrali sono composte da un circuito chiuso (all'interno del quale scorre fluoro e ammoniaca) e due scambiatori di calore. Nel primo scambiatore la tubazione entra a contatto con le acque di superficie (calde) che cedendo calore fa evaporare il fluoro. A questo punto aumenta la pressione del liquido che aziona una turbina. Successivamente il liquido passa nell'altro scambiatore di calore che lo raffredda con acqua prelevata da 400 metri di profondità (con una temperatura di cira 4°) che lo fa nuovamente condensare. Questo tipo di centrale può essere costruita solo in mari tropicali dove la differenza di temperatura tra le acque superficiali e le acque profonde è più elevata. Le dimensioni di queste centrali sono inferiori alle attuali piattaforme petrolifere.

Centrali a fusione fredda

Questa è considerata una centrale nucleare, anche se non sanno esattamente ciò che avviene nel processo che produce energia. Resta però il fatto che sviluppa una grande quantità di calore senza che avvenga nessuna combustione o radiazione. Non conosco molto di questo tipo di energia, varrebbe la pena comunque interessarsi ed investirci, visto e considerato che il suo inventore è un italiano.













Osservando queste cartine sulle risorse disponibili in Italia, risulta evidente che investendo nelle centrali geotermiche, idriche, fusione fredda, a magnegas ed eolico ben presto potremmo liberarci dalla necessità degli idrocarburi e diventare autonomi dal punto di vista energetico, senza così dover scendere a compromessi con chi controlla queste fonti di energia. Come mai non lo fanno? La risposta è sempre la stessa: Non conviene ciò che è giusto, ma è giusto ciò che conviene. E non conviene certo a chi controlla l'energia perdere potere sugli stati lasciandoli acquisire l'indipendenza energetica.

Così chi comanda si limita ad intrattenere e a distrarre il popolino su problematiche idiote come:

Centrali nucleari si.
Centrali nucleari no.
Incentivi sui pannelli solari.
Delle grandi questioni non ne parlano però.
Perchè dovremmo costruire centrali nucleari se non abbiamo l'Uranio? Potremmo costruire le centrali nucleari (anche se pericolose) se almeno avessimo la materia prima per esse. E perchè pubblicizzano ed incentivano l'installazione di pannelli fotovoltaici che sono pessimi nel rapporto qualità/prezzo e che non comportano una valida alternativa al problema energetico?

A voi le risposte...